Quando si pensa a ecosistemi digitali in cui il valore viene rappresentato dalla struttura di una piattaforma integrata di contenuti finalizzati e a diverse modalità di interrogazione e relazione con utenti e fruitori di molteplici esigenze, si immagina un universo di oggetti coerenti e compatibili. Oggetti che si connettono, che dialogano che rispondono, che sanno dove sono e cosa fanno, inoltre alcuni possono anche apprendere il comportamento che, nell’individuarli e riconoscerli, li rendono più interessanti e utili.
La realtà tuttavia è un’altra.